Design
Design significa progetto.
Progettare, dal latino significa gettare avanti.
Il design è consapevolezza: essere consapevoli del presente e immaginare un futuro. Design significa letteralmente progettazione, ma viene usato per definire il disegno industriale, nel corso degli anni il termine ha acquisito altri significati, è usato per definire il profilo estetico di un prodotto e lo stile applicato all’oggetto.
Con l’espressione “Design Italiano” si fa riferimento a tutte le forme di disegno industriale inventate e realizzate in Italia, compresa la progettazione di interni, progettazione urbana, il design della moda,e la progettazione architettonica.
Il Design Italiano è riuscito, attraverso un complesso processo di innovazione e rinnovamento tecnologico a sviluppare una cultura del design, capace di coniugare la ricca tradizione artigianale italiana con l’uso di arti e scienze applicate, al fine di migliorare estetica, funzionalità, ergonomia e usabilità per la produzione e commercializzazione del prodotto. Prodotto con il quale il fruitore possa stabilire dei rapporti funzionali e affettivi. L’oggetto ha una sua vitalità in grado di catturare, conquistare e comunicare con chi lo desidera acquistare. Tante realizzazioni sono entrate a far parte di quelle che oggi noi riconosciamo come icone del design, esposte nei più rinomati musei del mondo.
Il Design Italiano che ha lasciato il segno!
Ferrari
- Fondata da Enzo Ferrari nel 1947 a Maranello, produce automobili sportive e da corsa di grandissima qualità. Le origini sportive risalgono però al 1929, quando Enzo Ferrari diede origine a Modena alla Scuderia Ferrari.
- Il simbolo ufficiale della Ferrari è il famosissimo cavallino rampante, derivato da quello usato durante la Prima Guerra Mondiale dall’aviatore italiano Francesco Baracca.
- Per quanto riguarda il colore che contraddistingue da sempre le vetture di Maranello, possiamo dire che esistono tanti rosso Ferrari: dall’originario rosso Alfa all’odierno rosso Corsa di serie, fino alle diverse sfumature delle monoposto da gara.
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Olivetti
- Adriano Olivetti, nasce ad Ivrea l’11 aprile 1901. Un’eccezionale e poliedrica figura d’imprenditore che trasformò la propria industria in un laboratorio culturale destinato ad avere grande risonanza nella società italiana.
- Adriano eredita la vocazione per il mondo dell’industria dal padre Camillo, un eclettico ingegnere che nel 1908 aveva fondato in città la prima fabbrica italiana per macchine da scrivere. Dopo essersi laureato in chimica industriale al Politecnico di Torino, nel 1924 inizia l`apprendistato nell`azienda paterna come operaio. L`anno seguente compie un viaggio negli Stati Uniti che gli offre l`opportunità di visitare decine di fabbriche fra le più avanzate sia sotto il profilo della concezione che del rapporto con i dipendenti.
- Per la sua sensibilità, estrosa e ricettiva, questo è uno stimolo fortissimo. Tornato in Italia, infatti, si dedica all’aggiornamento e alla modernizzazione della Olivetti con una serie di progetti incentrati su un`attenta e sensibile gestione dei dipendenti, da lui considerati come risorse innanzitutto umane, prima ancora che produttive.
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Bialetti
- È un simbolo e un oggetto imprescindibile della cucina italiana e, forse, qualcuno ne ricorderà gli spot del Carosello, dove l’omino coi baffi parlava con la bocca a forma di lettera e dichiarava “sembra facile…”, ma qual è la vera storia che si cela dietro alla Moka Bialetti, la più celebre tra le macchine per il caffè?
- Tutto iniziò nel 1919 a Crusinallo, vicino Verbania, quando Alfonso Bialetti aprì un’officina per la produzione di semilavorati in alluminio, trasformandola in breve tempo in un atelier per la progettazione di prodotti finiti.
- L’idea per l’inimitabile Moka Express gli venne nel 1933, guardando la moglie che faceva il bucato in un pentolone con acqua bollente e lisciva, l’antenato della lavatrice. Volendo replicare il processo in cucina, diede vita a un prodotto in stile Art Déco, bello da vedere, ma soprattutto che avrebbe rivoluzionato il modo di fare il caffè in casa – fino a quel momento si utilizzava la caffettiera napoletana, da ribaltare durante l’ebollizione.
- Inizialmente destinata a un pubblico locale, fu grazie allo spirito imprenditoriale di Renato, il figlio di Alfonso, che, dal 1946 in poi, la Moka divenne un prodotto di massa, arrivando a vendere più di un milione di caffettiere in un solo anno. Fu grazie ai suoi baffi, invece, se oggi conosciamo l’omino nato dalla penna di Paul Campani, ancora oggi fedelmente riportato su ogni caffettiera.
- Nel 2010, all’Expo di Shanghai, la Moka è stata presentata tra le dieci invenzioni italiane che hanno cambiato il mondo.
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A.Mendini
- Alessandro Mendini è il designer che ha realizzato oggetti con l’anima: prendono vita dalle parole e sopravvivono con i sentimenti.
- Famosissime sono la sua Poltrona Proust del 1978, ma anche la Magis del 2011, il cavatappi Anna G disegnato per Alessi nel 1994 e la Lampada Amuleto per Ramun del 2013.
- Alessandro Mendini, uno tra i più noti e apprezzati designer contemporanei, artista eclettico, innovatore, sperimentatore ironico e ricercatore raffinato.
- Alessandro Mendini nasce a Milano nel 1931 e qui si laurea in architettura al Politecnico. Sin dagli anni Settanta, è stato uno dei protagonisti del rinnovo e della valorizzazione della produzione del design made in Italy, aderendo a numerose avanguardie del Radical Design e a dibattiti teorici. Ha diretto numerose riviste, come “Casabella”, “Modo” (dal lui fondata nel 1977 e guidata fino al 1981) e “Domus”.
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Enzo Mari
- Insignito della Laurea honoris causa in Arti visive dall’Accademia di Belle Arti di Brera, a Milano, Enzo Mari ricorda che questo è il secondo riconoscimento dopo la laurea in Disegno Industriale conferitagli dalla Facoltà di Architettura del Politecnico milanese nel 2002.
- «Strano destino per uno che avrebbe voluto occuparsi di scienza», ironizza il Maestro. «Nulla sapevo di arte, né tanto meno di design quando ho iniziato il mio percorso.
- Sono, però, sempre stato conquistato dalla bellezza di ciò che vedevo: Giotto, Piero Della Francesca, Michelangelo, Masaccio. E dalla forza delle cose ben fatte. Quando mi sono avvicinato per la prima volta al design, ho voluto farlo con un principio di determinazione: quello di capire come far funzionare bene le cose».
- «Oggi, con l’uso massiccio della tecnologia (dalla stampa 3D al computer) si rischia di semplificare la conoscenza, che è sempre basata sull’approfondimento delle regole che stanno alla base del progetto e della produzione.
- Il cervello è il computer più potente della galassia e la mano è lo strumento ideale per dare forma alle cose. Non si può sostituirli con strumenti tecnologici limitati e vincolanti, che devono restare ciò per cui sono nati: degli ausili pratici»
- Dagli anni Sessanta a oggi, Mari ha continuato a pensare e disegnare: oltre 1500 oggetti per le principali aziende italiane, aggiudicandosi cinque Compassi d’Oro, di cui uno alla carriera (2011).
- «Mi sono dedicato anche ad altro: alla didattica, alla ricerca e alla divulgazione. Sempre puntando all’essenziale».
- Questa visione, del puntare al significato e alla funzione, e non all’effetto formale, ha fatto di Enzo Mari uno dei protagonisti del cosiddetto Minimalismo, un codice progettuale che tende a ridurre e non ad accrescere la mole di materiali, componenti e linguaggi estetici.
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Moda
La moda rappresenta un fenomeno psicologico e culturale, ma anche e soprattutto storico ed economico-sociale.
Fin dai tempi più antichi il bisogno di coprire il proprio corpo era un modo per presentarsi al mondo esterno e vivere in società. Il termine moda, inteso come modo collettivo di vestirsi, deriva dal francese “mode” (vocabolo apparso la prima volta nel 1482 al posto di “manière” e “façon”, per indicare uno specifico tipo di abbigliamento).
Oggi il termine Moda si è arricchito. Parliamo di Moda come Industria e Commercio, dell’Abbigliamento, quindi come settore produttivo e distributivo: moda come coscienza collettiva; moda come espressione di dinamicità, come elemento di variabilità e mutamento che si lega intrinsecamente al concetto di cambiamento.
A causa della velocità con cui i trend si susseguono, l’essere alla moda è un concetto che nel corso degli anni perde valore perché ci si trova di fronte alla coesistenza di una molteplicità di mode: mode “istituzionali” e mode “di strada”, che si rincorrono e si arricchiscono vicendevolmente.
Oggi ogni individuo può essere libero di comporre e manipolare la propria immagine identificativa, all’interno di un sistema ben più vasto che regola il modo collettivo di vestire. Oggi la moda si trova quindi a fare i conti con la maggiore consapevolezza e autonomia di giudizio del consumatore, il quale sempre più tende a costruirsi un proprio stile.
Da moda a stile esiste un vero e proprio passaggio concettuale: lo stile personale rappresenta la manifestazione di un’identità individuale che in quanto tale può essere trasversale alle mode; può cioè liberamente attraversare proposte di moda diverse, prendendo da ciascuna ciò che serve a definire un risultato del tutto personale.
La Moda Italiana che ha lasciato il segno!
Valentino
- Un impero costruito sulla base della passione e dell’amore per la moda. Quelli che Valentino ha sempre avuto fin da bambino.
- È il rosso il colore che lo contraddistingue. Quella sfumatura a metà strada tra il porpora, il carminio e il cadmio: è il rosso Valentino. Un colore che nel suo caso profuma di successo, quello di una vita spesa ad amare la moda e a vederla crescere.
- Fin da bambino Valentino Garavani lavora in questo mondo. Durante la sua infanzia fa apprendistato presso alcuni disegnatori, tra cui sua zia Rosa. Da lì, raffina il suo talento studiando alla scuola delle Belle Arti di Parigi e iniziando a disegnare senza sosta.
- Tornato in Italia col pesante bagaglio di esperienze inizia l’ascesa al successo insieme all’amico e compagno di vita e di lavoro Giancarlo Giammetti. Il trionfo tra i grandi nomi della moda è dietro l’angolo. Il Bel Paese non riesce a fare a meno della sua moda, dei suoi vestiti così eleganti, raffinati, puliti e femminili così come a non poterne fare a meno sono le grandi icone del cinema…
Il Tessile
- L’industria tessile e dell’abbigliamento rappresenta uno dei settori dell’industria manifatturiera più importanti in Italia.
- Si tratta di un settore che vanta un’antica tradizione nel nostro paese.
- I mercanti manifatturieri tessili si svilupparono intorno al XVI Secolo nelle città dell’Alto Milanese, come Busto Arsizio, Gallarate, Legnano, Castellanza, paesi nella zona della valle dell’Olona.
- Questi eseguivano i lavori inizialmente a domicilio, in particolare nei periodi invernali, quando il lavoro agricolo si fermava e i membri delle famiglie di agricoltori si dedicavano al lavoro in casa del cotone.La manodopera dell’industria cotoniera era caratterizzata dall’essere originaria di famiglie agricole.
- L’Italia è stato il primo paese dell’Europa meridionale, a raggiungere a metà Novecento uno stabile livello d’industrializzazione.
- Per quanto riguarda la produzione di filati, il settore più importante è quello della lana. I lanifici garantiscono all’Italia una posizione di rilievo nel mercato mondiale.
- l’Italia è la 4° nazione al mondo nella produzione di filati di lana. Di grande rilievo è anche la produzione di tessuti di lana: l’Italia è il secondo 2° paese al mondo dopo la Turchia.
- Il nostro paese primeggia anche nella produzione di tessuti di lino (4° produttrice al mondo) e di cotone (8° produttrice al mondo).
- Importante anche la produzione dei filati di lino, nella quale, l’Italia ha il 10° posto al mondo.
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Pelletteria Scarpe
- Tutto inizia dalla città di Venezia, dove i ciabattini del XII secolo comprendevano categorie speciali di artigiani che avevano il compito di produrre solo suole per scarpe e calze solate, era una speciale calza maglia a cui veniva aggiunta una suola in cuoio. I nobili a quel tempo usavano scarpe basse ben accollate con tomaia di pelle nera dalla punta quadrata. Mentre si diffonde l’uso tra le dame di indossare scarpe con tomaia a punta aguzza in pelle.
- Nasce lo stile italiano. Dopo la seconda guerra mondiale! Lo stile italiano inizia a scandire il progredire della moda: sandali più audaci e décolleté spopolano e creano nuove tendenze. Negli anni Sessanta alcuni nuovi trend si diffondono mischiandosi. Due decenni dopo l’Italia ritorna regina incontrastata della moda. Grazie a marchi e firme del made in Italy che che ancora oggi sono un punto di riferimento.
- La lavorazione di una calzatura creata artigianalmente, è un processo lungo e laborioso, necessita di mani esperte e materiali di qualità per poter creare un prodotto d’eccellenza.
- La calzatura artigianale oltre ad essere un comfort per i nostri piedi, è un’espressione di orgoglio per un prodotto che ha una storia così intrisa di significati. Tante sono state le scarpe che hanno creato la storia della moda! Soprattutto quelle create da «calzolai dei sogni» e designer con una visione molto ampia, alcune sono state oggetto di grande interesse perché hanno fatto innamorare principesse e star del cinema! Veri e propri capolavori di design che fanno delle calzature oggetti cult, desiderati e ambiti. Si può sostenere che alcune sono considerate opere d’arte, perché hanno superato il tempo e le mode restando pur sempre un “Must”!
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Pelletteria Borse
- La borsa nasce come accessorio maschile. Infatti, essendo utilizzata fin dalla Preistoria per trasportare il denaro (o il suo equivalente), era spesso al braccio degli uomini.
- Il nome “borsa”, invece, diviene di uso comune solo nel XIII secolo e deriva da “byrsa”, parola greca che indica il cuoio – forse perché le prime borse erano confezionate proprio con questo materiale. Le più antiche testimonianze della lavorazione della pelle risalgono al XII secolo, in Toscana, derivanti da vitelli, capre, camosci. Risalgono a questo periodo borse quali le scarselle, da portare appese al collo e alle cinture e le bisacce, sacche da viaggio usate dai messi e dai pellegrini.
- Negli stessi anni anche gli artigiani veneziani lavoravano il cuoio, realizzando vari prodotti, da quelli per il denaro a quelli per i piccoli oggetti quotidiani, da quelli da viaggio a quelli destinate alle merci.
- Da questo momento in poi, le borse accompagnano fedelmente i cambiamenti storici, adeguandosi alle necessità di chi le indossa.
- Una borsa dice al mondo chi siamo, è capace di regalare autorevolezza e fascino e di aumentare la fiducia e l’autostima. Che sia una maxi bag da giorno o una scintillante pochette da sera è comunque un vero e proprio status symbol che riflette la personalità di una donna e l’immagine di sé che vuole mostrare al mondo.